lunedì 31 dicembre 2012

22 dicembre 2012, un’occasione mancata

Se non avete capito il titolo, vi consiglio di continuare a leggere.
Il 22 dicembre 2012 è la data che compare nell’ultima puntata del telefilm “X-Files”, fissata dagli alieni per l’invasione della Terra. Anche il misterioso (e quasi immortale) Uomo che Fuma conferma la cosa ai due agenti Fox Mulder e Dana Scully.
Da “Ritorno al futuro”, giusto per nominarne una, il fascino delle trilogie sul grande e piccolo schermo è indubbio. Poi c’è chi esagera, come “Nightmare” dell’amico dei bambini Freddy Krueger, i film (e i libri) di Harry Potter e molti altri. Diamine, un film come “Il corvo”, reso famoso solo dalla morte dell’attore Brandon Lee durante le riprese, ha avuto tre sequel, via via più brutti, per un totale di quattro pellicole.
X-Files consta in nove serie, prodotte tra il 1993 e il 2002, e due film. Avete fatto 2 + 2?
Nonostante le recenti parole del produttore della serie, Frank Spotniz, il quale afferma che tra i progetti legati alla serie televisiva c’è la produzione di un terzo film, e quelle meno recenti di Gillian Anderson, che a inizio 2012 (ricordo così a mente, ma potrei sbagliare sulla data) aveva detto che era disponibile per rivestire un’ultima volta i panni dell’agente Scully, ma dovevano fare in fretta perché il 22 dicembre 2012 si avvicinava, la data è passata senza il lancio di un trailer.
Fare un terzo film per chiudere la trilogia adesso non avrebbe più molto senso, tranne con un’escamotage stile Fringe, che nell’ultima serie si sta reinventando puntata dopo puntata con dei salti temporali degni di Goku (intendo il personaggio e la sua prestanza fisica, non la serie). Ma anche in questo caso, vogliamo mettere una prima assoluta mondiale il 22 dicembre 2012, in 3D, con tanto di rottura della quarta parete, gli alieni che camminano tra le persone sedute, con l’uscita nel corso del 2013 o magari 2014?
In ogni modo, l’amore non si discute e, semmai uscirà, farò come l’Uomo fumetto al cinema per il peggior Star Wars: “È il più brutto che abbia mai visto. Lo rivedrò solo altre sei volte. Oggi.”

martedì 27 novembre 2012

Aracnofobia



Intorno alla fine di ottobre, diverse persone mi hanno cercato per collaborazioni artistiche, il mio webmaster ha deciso di apportare modifiche che richiedono il mio aiuto per essere portate a termine e così via. Di conseguenza, fin Natale non ho molto tempo per me.
No, non c'entra nulla con l'aracnofobia, non ne soffro, anzi un ragno è stato il mio primo tatuaggio. Un attimo che ci arrivo. Dicevo, tra le altre cose mi sono state commissionate due storie per altrettante antologie. Il primo, sulla bomba atomica, l'ho terminato, e in questi giorni mi sto dedicando al secondo, su una forma di vita alquanto particolare. Cercando informazioni su questo argomento, ieri mi sono imbattuto su youtube in un film che ho amato da piccino, appunto "Aracnofobia" di Frank Marshall.
C'è da dire che quand'ero piccolo vedevo molta tv, con annessa la miriade di film che passava, ma senza avere le nozioni di un cinefeticista. Tanto per fare un esempio, il primo film di Tim Burton (regista che mi piace, ma non troppo) e di Johnny Depp (attore che invece amo, insieme a Brad Pitt, Edward Norton e Kevin Spacey) che ho visto è stato "Edward mani di forbice", solo che all'epoca non sapevo affatto chi fossero Tim Burton e Johnny Depp. Guardavo il film, mi piaceva, punto. Non cercavo i collegamenti con quello e quell'altro film, al massimo pensavo di aver già visto da qualche parte tal volto. Peccato che fosse il volto di Marlon Brando e probabilmente ero l'unico al mondo a non riconoscerlo già di profilo (e con il profilo che aveva negli ultimi anni di vita, poi).
Ho rivisto "Aracnofobia" con piacere, fermando per una serata le ricerche e la scrittura. E ho scoperto che fra gli attori figura Johnny Goodman, attore di fama indiscussa e che ha recitato anche ne "Il grande Lebowski", altro film che apprezzo particolarmente.
Già. Forse col tempo ho "imparato", mio malgrado, a fare certi collegamenti.
Tornando al film, non voglio parlarvene, ma farvelo vedere. Merita davvero tanto, gli effetti speciali sembrano un po' più realistici delle altre pellicole del 1990, e la storia su un tipo di ragno particolarmente velenoso che dal Venezuela piomba direttamente nelle case di un piccolo borgo americano non sa troppo di già vista. Passai una bella serata da piccolo e l'ho passata ieri, spero sia lo stesso per voi. Buona visione.


mercoledì 24 ottobre 2012

Tutti gli autisti del Presidente



Molti usano i blog e i social network per spiattellare al mondo i fatti privati, oltre che per lanciare link e post verso ex amici, ex fidanzati/e senza pensare minimante di contattarli per risolvere faccia a faccia, e quindi io in questo intervento farò lo stesso, parlerò dei fatti miei, tutti rigorosamente reali. Chi continua a leggere è avvertito.

Qualche settimana fa tornavo da un viaggio effettuato in un altro continente. Decido di fare una piccola sosta intermedia prima di tornare alla base, e quindi una volta sceso a Fiumicino vengono a prendermi in automobile per portarmi nell’appartamento, in pieno centro storico, nel quale dormirò.
Di sera andiamo a mangiare in un locale che quasi ogni sera si riempie di attori o di parlamentari e senatori. Tutto squisito, come il resto della permanenza. Il posto in cui mi trovo però dista un bel po’ dall’aeroporto, e quindi la mattina della partenza viene a prendermi il proprietario dell’appartamento in cui sono stato, accompagnato da colui che sarà il mio autista, che in orari strettamente lavorativi fa l’autista del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non lavora solo per lui, i politici li ha visti quasi tutti.
A un certo punto dice: “Ieri sai chi è salito in macchina? Renato Brunetta”
Il proprietario dell’appartamento, e suo amico, subito risponde: “Ah bene, sarà rimasto molto spazio libero!”
Mi sembra che il suo ragionamento non faccia una grinza. Mentre penso queste cose vedo in lontananza l’aeroporto di Fiumicino, controllo l’orologio e noto con piacere che siamo arrivati esattamente all’ora stabilita la sera precedente. L’autista mi guarda: “Avevi detto che dovevi arrivare a quest’ora, no?”
Adesso che l’ho appurato posso dirvelo: il presidente ha un autista molto preciso.

domenica 16 settembre 2012

Campo di battaglia



In questi giorni ho recensito per il mio sito ufficiale numerose opere di Stephen King, tra cui la raccolta di racconti, datata 1993, “Incubi & Deliri”. Facendolo ho riscoperto, o meglio ho finalmente messo le mani, sulla miniserie televisiva “Incubi e deliri”, di otto episodi, tratti da altrettante brevi storie del Re del Brivido.
Faccio mea culpa per non averlo visto in precedenza, in quanto le storie sono ben narrate sullo schermo, con poche e funzionali differenze tra racconto e sceneggiatura. Forse la puntata più particolare è la prima, “Campo di battaglia”, portata avanti grazie alla mimica facciale degli attori e alle scelte visive, in quanto mancano del tutto i dialoghi, escluse poche urla di dolore quando la casa del serial killer Jason Renshaw diventa, appunto, un campo di battaglia molto particolare.
Mi sono rovinato in parte la sorpresa, se così possiamo dire, leggendo l’omonimo racconto contenuto nell’antologia “A volte ritornano”, ma quell’episodio, un po’ come tutti gli altri, ha tenuto alta la curiosità dal primo all’ultimo fotogramma. Quando lessi per la prima volta la storia, mi parve subito che avrebbe avuto una buona resa sul grande schermo e, grazie alla geniale inventiva di Stephen King, non mi sono sbagliato.
Meglio così, dato che purtroppo in giro ci sono già pellicole, tratte da racconti o romanzi dello scrittore del Maine, diciamo non all’altezza delle aspettative, e creare una serie televisiva per far soldi, sacrificando la qualità, sarebbe stata una scelta irrispettosa nei confronti degli amanti di King e dei fruitori in generale, oltre al fatto che così facendo non avrebbe portato pubblico televisivo e avrebbe anche fatto perdere lettori a King, almeno quelli pronti a giudicare vedendo un film e non leggendo il libro da cui viene tratta la storia.

martedì 28 agosto 2012

Il cobra reale e la sua nemesi


Qualche giorno fa (per l’esattezza il 17 agosto, appena uscito) ho visto “I mercenari 2”. Premetto che amo il genere, che da bambino non perdevo una pellicola di Stallone, Schwarzenegger, Jean Claude Van Damme, Bruce Willis e altri, e che vedere The Expendables 1 e 2 era per me quasi un obbligo morale.

Dopo la prima pellicola, avevo pensato, come chissà quante altre migliaia di persone, che mancava una persona in particolare, una delle icone dei film d’azione. Ovviamente parlo di Chuck Norris, che ha recitato, non dimentichiamolo, con un mostro sacro come Bruce Lee e che praticava sul serio arti marziali. Ebbene, ne “I mercenari 2” sono stato accontentato. Il punto più alto è quello cui fa riferimento questo post, ma non sono mancati altri elementi davvero divertenti, come durante la sparatoria finale in aeroporto, quando tutti si nascondono e per un istante si vede Chuck Norris sparare allegramente mentre cammina. Probabilmente, se l’avesse colpito un proiettile sarebbe morto. Il proiettile.

Durante la stessa sparatoria, grande anche il passaggio con Arnold Schwarzenegger che si ritrova a sparare di fianco a Bruce Willis, Sylvester Stallone, Chuck Norris e ovviamente se stesso. Si ferma per un istante, si guarda attorno ed esclama: “Ma chi cazzo manca? Rambo?”

L’ironia è la cosa che forse è mancata al primo film, o almeno non era così accentuata, anche se gli anni passano per tutti, e non parlo solo di Chuck Norris, che non ha assestato nessun calcio rotante. In una scena, per esigenze di copione si intuisce che ne abbia dato uno, ma si vede solo una vetrata in frantumi e un uomo cadere giù da un'altezza di molti piani. No, parlo anche di Sylvester Stallone, che nella prima pellicola metteva in mostra i muscoli, mentre nel film uscito da poche settimane nelle sale non c’è nessuna scena dell’attore italoamericano senza maglia.

Resta però l’atmosfera magica di chi, come me, è cresciuto a pane e film con sparatorie e scene allucinanti, e che rivede in questi due film (e chissà, magari un terzo, anche se per proseguire al meglio, come guest star dovrebbero chiamare a questo punto Bruce Lee in persona) parte della magia che vedeva da bambino.

Vi lascio con questa scena, il cui dialogo è una deliziosa citazione dei “Chuck Norris Facts”. Buona visione.

 

lunedì 30 luglio 2012

C'è crisi, c'è grossa crisi

Pochi giorni fa ho rivisto il film “Fantozzi subisce ancora”. Un particolare che mi ha dato da pensare è l’inizio, quando i dipendenti della ditta in cui lavora anche il ragionier Fantozzi entrano a lavorare. Be’, lavorare è un parolone, come si può vedere nella pellicola. Ma il passaggio a cui mi riferisco è un altro.
“La produttività [...] è l’unica strada per uscire dalla crisi” recita la voce di Fantozzi. L’Italia è quindi da trent’anni in crisi? Ora, ammetto di non aver seguito bene la vicenda, ma tre decadi mi sembrano tante per affrontare qualunque tipo di difficoltà. Dunque, siamo sicuri che ci sia sul serio?
Altre due citazioni mi sembrano pertanto d’obbligo. La prima dà un’idea di ciò che credo stia succedendo in merito a questa situazione, ed è di Marilyn Manson, tratta direttamente dal documentario Bowling a Columbine di Michael Moore: “Lascia che continuino ad avere paura, e consumeranno”. Credo che la crisi sia ormai una parola, uno spauracchio, che spinge la gente a cercare l’offerta al supermercato e il prezzo più basso al momento di qualsiasi transazione, ma comunque non porta a evitare del tutto determinate cose. Semplicemente a cambiare fornitore.
È così? Non so, ma la seconda citazione è quella con cui vi lascio. L’autore è uno degli uomini più controversi che l’Italia ha avuto, Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.”
Buona crisi a tutti.

giovedì 21 giugno 2012

Quello che non c'è - Afterhours


Quest’oggi voglio parlarvi di un pezzo, “Quello che non c’è”, degli Afterhours. Con il passare del tempo la musica, come qualsiasi forma d’arte, cambia e si trasforma con il cambiare dei tempi. Le canzoni che hanno avuto un successo interplanetario negli anni ‘30 probabilmente non avrebbero lo stesso impatto oggi.
Però ci sono altre canzoni che resistono e, nonostante siano passati solo dieci anni dall’uscita dell’album “Quello che non c’è”, nel quale è ovviamente incluso l’omonimo pezzo, credo che, se non gli Afterhours, questa canzone rock resisterà al tempo.
Molto cupa, riflette appieno lo stile di quell’album e del gruppo di Manuel Agnelli nei primi anni del terzo millennio. Non la ascoltavo da due o tre anni, e quando mi è capitata di risentirla in radio me ne sono innamorato nuovamente. Non a caso nello stesso anno di uscita, il 2002, ha anche avuto il prestigioso riconoscimento dell’Italian Music Award per il miglior testo.
Trovo che sia pura poesia accompagnata da musica di pregevole fattura, con alcuni picchi come in “Curo le foglie / saranno forti / se riesco ad ignorare che / gli alberi son morti”.
Chapeau.
Buon ascolto.



domenica 27 maggio 2012

Rat Man è esperto di fisica quantistica


Devo dire che ultimamente sto attraversando un buon periodo riguardo i miei interessi artistici.

Ci vuole perseveranza, sempre e comunque, in ogni campo, e lo sto sperimentando una volta in più. Se lo scorso intervento vi avevo riportato un post scritto per un altro blog, lo stesso faccio ora, qui potete leggere un altro post, realizzato per uno dei numerosi siti che mi hanno chiesto collaborazione.

Inoltre, a inizio settimana, in un sol giorno, tre autori mi hanno proposto di inviarmi la loro ultima pubblicazione per una recensione sul mio sito ufficiale.

Altre piccole conquiste hanno costellato quest’ultimo periodo, segno che non ci si inventa giornalisti, recensori, scrittori o qualunque altra cosa da un giorno all’altro. Ci vuole studio costante, che poi può essere ben diverso dallo studio in senso stretto, quello scolastico. Si può “studiare” anche vedendo dei film, o leggendo dei fumetti (adoro Rat Man su tutti). Più che studio, parlerei di formazione personale. Quella sì che non deve mai arrestarsi, si può sempre migliorare.

Il punto più alto, teoricamente, sarebbe quello dei tuttologi, ma i tempi di Leonardo Da Vinci e soci sono finiti, ormai tutto il sapere è troppo ampio per una sola persona (o meglio, per una sola vita). Va da sé che oggi risulta impossibile arrivare a un punto tale da poter dire “ok, non c’è più nulla che io possa imparare”. Ad esempio, resta sempre la fisica quantistica.

domenica 29 aprile 2012

I Concorso nazionale di poesia "L'arte in versi"

Ci sono molte persone, in Italia, che curano siti e blog che promuovono l’arte e la scrittura. Tra questi, ho avuto il piacere di conoscere Lorenzo Spurio, il quale si prodiga grazie a un blog in particolare, sul quale ho anche avuto l’onore di scrivere (trovate l’intervento qui). Attraverso lo stesso blog, è stato indetto un concorso di poesia che scade il 12 maggio, per cui è il caso che vi affrettiate.
Nel regolamento si sottolinea il fatto che il concorso è a partecipazione gratuita, cosa purtroppo non molto comune, nonostante dovrebbe essere la regola e non l’eccezione.
Se avete poesie nel cassetto, è il momento di tirarle fuori: se non vi mettete mai alla prova, mai nessuno vi noterà. Una cosa è farsi dire di essere i migliori dai familiari stretti, un’altra è farsi riconoscere la bravura da una commissione di esperti del settore.
Trovate tutte le informazioni contattando Lorenzo Spurio al blog citato sopra, oppure contattandomi: in tal caso vi girerò il regolamento in formato pdf.
Buon lavoro.

giovedì 29 marzo 2012

Il match che manca a Wrestlemania 28

Non c'è che dire: la card di Wrestlemania 28 sembra davvero appetibile, come non si vedeva da anni. Il ritorno sul ring di The Rock, stella ormai affermata nel panorama di Hollywood e già recordman per quanto riguarda il pagamento all'esordio come attore (per "Il Re Scorpione" nel 2002), che andrà contro l'icona del wrestling attuale, John Cena. Come non citare poi CM Punk e Chris Jericho, che collideranno l'uno contro l'altro nel match dal tasso tecnico ineguagliabile per gli standard odierni della WWE. C'è poi l'Hell in a Cell tra Undertaker e Triple H, con la winning streak del Phenom che potrebbe portarsi sul 20-0: 20 incontri allo Showcase of Immortals e nessuna sconfitta.
Ma, purtroppo per noi appassionati, c'è un incontro che non vedremo, e che probabilmente resterà un dream match mai realizzato. Parlo di un fatal four way match tra James Hetfield, Lemmy Kilmister, Sheamus (impegnato invece contro Daniel Bryan per il titolo mondiale pesi massimi) e Triple H. Nessun titolo in palio, ma una stipulazione davvero particolare: Loser will cut his mustache match!
Ok, il frontman dei Metallica ha già provveduto a cambiare look, e il leader dei Motorhead, pur vantando una sincera amicizia con HHH, non è avvezzo al ring. Ma gli altri due praticano attivamente wrestling e con il giusto booking potrebbero uscirne delle belle.
Chi potrebbe subire il pin e tagliarsi i baffoni tanto caratteristici? Scelta difficile, non vorrei trovarmi al posto di Vince McMahon...

giovedì 23 febbraio 2012

Sheamus e Beaker. Quando i Muppets sono parenti dei wrestler

Si avvicina Wrestlemania, e torno a parlare di wrestling. O meglio, sfioro l’argomento, trattando per la precisione una peculiare caratteristica di un giovane wrestler, l’irlandese Sheamus. Questo promettente atleta ne ha a bizzeffe, di particolarità, di cui una ben sottolineata dalla WWE stessa. Somiglia infatti a uno dei personaggi dei Muppets, Beaker, e in una puntata di Raw che vedeva i celebri pupazzi come ospiti, Sheamus ha interagito proprio con Beaker, facendoci scoprire addirittura che sono parenti!
Il wrestler ha infatti salutato Beaker (capendo perfettamente le sue parole, cosa che riuscirebbe solo a un familiare stretto) e gli ha chiesto di dire alla zia che non sarebbe andato da lei... Eh, questi wrestler sono sempre impegnatissimi, non come i Muppets: nella stessa puntata Kermit si è beccato un bel bacio dall’incantevole Kelly Kelly, per la “gioia” di Miss Piggy (che dal canto suo non ci ha pensato due volte prima di palpeggiare il muscoloso John Morrison, ma va be’).
Se rinasco, non voglio essere un wrestler, ma uno dei Muppets. Così magari vanto una parentela con Sheamus, Rey Mysterio o forse Hulk Hogan.
No, Hulk Hogan no, altrimenti divento parente anche dei suoi irreprensibili figli.

domenica 22 gennaio 2012

Antenne paraboliche

Seguo da molto tempo il wrestling (come potete vedere su questo stesso blog) e un particolare della scorsa puntata di Smackdown mi ha portato a una riflessione. All'ingresso del suo table match contro Sheamus, il suo avversario, Wade Barrett, ha avuto per un istante le luci addosso che hanno evidenziato ancor più il particolare delle sue orecchie paraboliche. Ho pensato che non c'è attualmente nessun wrestler su cui una caricatura verrebbe meglio, e mi sono divertito a spulciare il web in cerca di immagini.
Qualche tempo fa, trovai per sbaglio un sito di wrestling, fornitissimo di caricature, davvero ben fatte, ma non ricordo se Wade Barrett era tra gli immortalati. Non sono riuscito a ritrovarlo, ma ho pescato comunque una caricatura abbastanza fedele all'originale e al contempo divertente.
Per farvi capire di chi sto parlando nel caso non siate esperti del settore, inserisco una foto dell'originale, diciamo. Buona visione e fatemi sapere cosa ne pensate :-)