domenica 29 giugno 2014

Le vere false teste di Modigliani


Negli ultimi tempi sto ascoltando spesso il recente lavoro di Caparezza, “Museica”, non solo perché apprezzo da anni la sua musica, ma anche perché posseggo il cd autografato dall’artista di Molfetta, incontrato nel corso di un meet & greet tenutosi in Campania.

Parlando con un amico con cui condivido questa passione musicale, che non conosceva la storia dietro uno dei pezzi, mi sono accorto che non tutti hanno capito appieno la canzone “Teste di Modì”, che trovo tra le più riuscite dell’intero album, anche perché sono riuscito a cogliere tutte le sfumature in quanto ricordavo perfettamente l’episodio reale da cui Caparezza ha preso spunto.

In pratica, nel 1984 (ho fatto ricerche e pensavo fosse molto più recente) su pressione dei fratelli Durbè, venne festeggiato il centenario della nascita di Amedeo Modigliani cercando di scoprire se una leggenda popolare fosse vera: in pratica si diceva che lo scultore avesse gettato nel Fosso Reale di Livorno alcuni esemplari delle sue celebri teste, in seguito a commenti poco lusinghieri da parte di amici. Vennero effettivamente trovate tre teste, che alcuni eminenti critici d’arte italiani, tra cui Giulio Carlo Argan, giudicarono non solo vere, ma preziosi manufatti. Di contro, Federico Zeri e Carlo Pepi furono scettici, ma risultarono essere le voci fuori dal coro.

Sulle tre teste venne anche scritto un catalogo che venne immediatamente messo in commercio. Il catalogo divenne una rarità in men che non si dica, perché, come dice Caparezza “quelle teste nelle teche sono tre ciofeche fatte da studenti con il Black and Decker”. Poche settimane dopo il ritrovamento, infatti, quattro studenti di Livorno si rivolsero al fortunato periodico “Panorama” denunciando la paternità di una delle teste, portando come testimonianza una foto con tre di loro che lavoravano sulla pietra grezza.

Vera Durbè, sorella di Dario e fautrice della ricerca sul fondale del Fosso Reale, sembrò non credere alla storia, ma le sue labili certezze vacillarono ancor più quando Angelo Froglia, nel tempo libero pittore e scultore, disse di aver creato le altre due teste.

Un autogol completo non tanto per il ritrovamento in sé, ma per i sedicenti esperti d’arte che si sperticarono in lodi, tanto che quando dieci anni più tardi un privato cittadino consegnò alle autorità tre vere teste di Modigliani, che teneva in officina senza darvi importanza, gli esperti d’arte ci andarono molto più cauti.
Trenta anni dopo l’episodio conosciuto come “beffa di Modì”, e tre dopo il film documentario “Le vere false teste di Modigliani”, ci ha pensato Caparezza a portare a conoscenza di un pubblico ancor più vasto una delle pagine più controverse, ma al contempo divertenti, della storia dell’arte italiana.
Eccovi di seguito la canzone “incriminata”. Buon ascolto.