giovedì 4 settembre 2014

"Sotto sotto", la prima nazionale dell'opera di Renato Grilli



È andata in scena in prima nazionale di “Sotto sotto”, pièce scritta e diretta dal poliedrico artista Renato Grilli. Teatro della rappresentazione, uno dei locali messi a disposizione a Galatina nell’ambito della “Notte della cultura”, il 30 agosto scorso.
Lo spettacolo ha visto sul palco Renato Grilli, Alessandra Maggio e Antonella Musardo, coadiuvate dalla presenza scenica di Maria Gloria Maggio, sorella di Alessandra, e Francesca Congedo, figlia di Antonella. Il pubblico, foltissimo, ha seguito l’esibizione con interesse, segno che l’idea vincente alla base c’è. Ma, come si evince dalle parole dei tre protagonisti, qualcosa poteva andare meglio. Li ho intervistati al termine dello spettacolo, preceduto, dal 26 al 29, da uno stage di allestimento nei locali comunali della stessa città salentina.

Riguardo lo stage, Alessandra Maggio è stata molto critica: «Dire che è andato male è dire poco. Credo che questa problematica sia da attribuire come al solito a una rimescolazione politica di fondo. Quando si decide di organizzare un evento del genere bisogna saper organizzare e affidarsi a persone che lo sappiano fare. Se esistono i tecnici del suono  e dell’audio ci sarà un motivo... Meno male che avevamo il marito di Antonella che ci ha dato una mano. I giorni in cui si è svolto lo stage ci hanno dato una stanza chiusa della biblioteca, con 40 gradi. Successivamente ci siamo presi la libertà di spostarci da una stanzetta all’altra perché non riuscivamo a lavorare.» Renato Grilli, pur denotando tutte le lacune organizzative, ha però voluto sottolineare gli aspetti positivi: «Lo stage per me è pienamente riuscito. Ho avuto modo di allestire bene lo spettacolo, sapevo di avere Alessandra e Antonella e grazie ai loro feedback mentre leggevano e si preparavano sono riuscito a lavorare in modo ottimo, pur nelle difficoltà oggettive. Perché dico questa cosa? Il testo è quello, complesso, ha un tono alto, è scritto apposta così, non è un vero e proprio testo teatrale, è difficile per delle attrici. Qui eravamo su un testo pieno di ambiguità, e la loro risposta è stata straordinaria. Ma cosa è successo? Prima Antonella lo posta su Facebook, e dice ‘mi ci riconosco in pieno, sono io’ e proprio in seguito a questo, come prologo abbiamo scelto di fare un pezzo che dice ‘non ho più pazienza’. È stata una scena forte, una sorta di mediazione tra il testo e il pubblico. Non ho più pazienza, voglio amare solo chi mi ama, e ancora, due voci più la mia finale. Lo considero un ottimo lavoro, in Italia non c’è, mentre in Germania si chiama ‘dramaturg’: prendi dei testi preesistenti e li metti in bocca alla gente giusta per portarli in scena. In pratica devi saper scegliere gli attori a le parti da affidargli. Il dramaturg fa anche un lavoro, oltre, ad esempio, di riduzione dei testi di Shakespeare o di Goethe, di sciogliere il testo e svolgere un lavoro linguistico di sostegno agli attori. Questo è quello che mi piace fare e che credo di aver fatto: prendere dei testi che piacciono alle attrici e farglieli rendere al meglio in scena. Da questo punto di vista lo stage è stato fantastico.» Antonella Musardo è sulla stessa lunghezza d’onda: «Assolutamente soddisfatta, essendo per me la prima volta in questo campo. L’organizzazione non era il massimo, è vero, ma ho imparato davvero tanto.»

Sulla serata del 30, Musardo conferma le pecche organizzative, ma parla anche d’altro: «Abbiamo affrontato qualche problema: fari negli occhi, poco spazio per eseguire al meglio quello che avevamo preparato. Ma sono molto contenta di come è andata. Soddisfatta, devo imparare tanto, ma sono onorata e felice che il maestro Renato Grilli mi abbia voluta per questa bellissima esperienza al suo fianco.» Grilli ha parlato di alcune scelte tecniche, oltre che dei problemi affrontati: «Le incertezze dell’organizzazione sono state tali che il tono ci ha fatto capire di non aver fatto un buon lavoro. Non abbiamo avuto interlocutori competenti, ci hanno montato fari da discoteca invece che da teatro, e così via. Al di là di questo mi ha colpito, soprattutto nella prima parte, il pubblico: non sapevano a cosa andavano incontro, quindi io ho improvvisato una performance, mi sono lavato le mani, mi sono ‘battezzato’ e cercato di dire qualcosa, come a metterli in guardia. Un’altra invenzione è stata, date le due figure femminili molto forti, di far venire Maria Gloria e Francesca, vestite di bianco, a fare da contraltare alle due attrici vestite di nero, quasi a completare la profonda presenza femminile. Le ragazze avevano dei cartelli, su cui era scritto ‘Se impareremo a guardare riavremo gli occhi’ e ‘Se impareremo ad ascoltare riavremo le orecchie’, che è il senso dell’opera intera.» Maggio ha avuto, come Musardo, parole di elogio per Grilli: «Lo spettacolo di stasera, a parte tutti gli inconvenienti possibili e immaginabili, mi ha lasciato contentissima, sopratutto per aver avuto la fortuna di lavorare con il maestro Grilli, che è una persona carismatica. Ha molti doni, oltre a quello dell’arte drammatica e teatrale, la sua formazione parla da sé.»
Grilli si sta già organizzando per replicarlo altrove, come conferma sia lui che le due attrici: «Con i giusti presupposti, vogliamo replicare lo spettacolo: sto lavorando su un tono alto, ormai perso, e cerco le location giuste.» Scelta appoggiata in pieno da Musardo: «Sarei entusiasta di ripetere l’esperienza in qualunque posto.» Dello stesso avviso Maggio: «Mi auguro che il maestro ci riesca, ha già parlato di Ascoli Piceno e Cesena. Sarei molto più contenta di farlo lì che a Roma o Milano, perché mi piace andare nei posti in cui il teatro non ha una grande cassa di risonanza. Queste cittadine, belle e ben organizzate, dedicano ascolto e attenzione all’arte. Non facciamo di tutta l’erba un fascio, ci sono dei politici che hanno la dote di dare una mano alla cultura. Sono pochissimi, circa 2 partendo dai presidenti della Repubblica. Sono convinta che il teatro debba essere fatto a teatro, ma ci sono delle situazioni dove anche una piazza, un locale, può diventare teatro, se ci sono le giuste condizioni organizzative. Un personaggio come il maestro Grilli serve: si batte contro la decadenza dell’arte, che non riguarda solo la scrittura o il cinema, ma anche il teatro e la scrittura teatrale.»