domenica 4 giugno 2017

La Juventus e il mal di finale


La Juventus conferma ancora una volta il buon cammino in Europa, con la nona finale di Champion’s League: più di lei solo Real Madrid, Milan e Bayern Monaco, che però hanno vinto rispettivamente 12, 7 e 5 coppe, rispetto alle sole 2 dei torinesi.
La finale di Cardiff però conferma un dato preoccupante: si rafforza il record di finali perse, 7, 5 negli ultimi 20 anni mentre l’ultima vittoria è datata 21 anni fa. Sono andato a spulciare meglio i dati delle finali, giusto per avere dati da porre alla vostra attenzione. Seguite lo schemino.
1973, Ajax - Juventus, 1-0 al 90’.
1983, Amburgo - Juventus, 1-0 al 90’.
1985, Juventus - Liverpool, 1-0 al 90’.
1996, Juventus - Ajax, 1-1 al 120’, 4-2 dopo i rigori.
1997, Borussia Dortmund - Juventus, 3-1 al 90’.
1998, Real Madrid - Juventus, 1-0 al 90’.
2003, Milan - Juventus, 0-0 al 120’, 3-2 dopo i rigori.
2015, Barcellona - Juventus, 3-1 al 90’.
2017, Real Madrid - Juventus, 4-1 al 90’.
Il dato che emerge è che delle due vittorie di coppa, una è stata ottenuta dopo i calci di rigore, e quindi dopo il pareggio nei tempi regolamentari, e l’altra ai margini della strage dell’Heysel, quindi in un clima irreale. Basti pensare alla televisione austriaca, che mandò in diretta la partita, senza telecronaca e con un messaggio in sovrimpressione: “Questa che andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva.” Vittoria, come detto, irreale, e frutto comunque di un rigore trasformato da Platini, non certo un roboante 4-1 come il Real quest’anno.
Tolta la finale di Bruxelles del 1985 (quella dell’Heysel), il computo nelle finali è 2 pareggi e 6 sconfitte. Una Juve che, di fatto, non ha mai vinto una finale in condizioni normali. E, come potete vedere dallo schemino, non è una visione da tifoso, ma quello che si evince dai numeri. Tecnicamente, ha fatto meglio il Borussia Dortmund, due finali di cui una vinta, appunto contro la Juve, ma 3-1 al 90’, senza overtime.
Perché ciò accade? Il mio pensiero, e qui si va nelle impressioni personali, è la bambagia in cui è avvolta la Juventus in Italia, dove “gli avversari si scansano” (parole non mie, ma di Gianluigi Buffon) e lasciano vincere la Juventus in vista di partite più alla loro portata, arbitraggi non delittuosi, non comperati dalla società di Torino, ma che possono sembrare di parte per la sudditanza psicologica. Ed è totalmente comprensibile, non ne faccio assolutamente loro una colpa: un arbitro nella loro bomboniera, lo Juventus Stadium, nel dubbio cosa mai può decidere?
Eppure questa volta ero convinto vincesse: se due anni fa era sfavorita contro la corazzata Barcellona di Lionel Messi, quest’anno era favorita poiché aveva di fronte un Real Madrid senza fame (le cui vittorie recenti sono 2014, 2016, 2017, entrando nella storia per due coppe consecutive da quando c’è questo regolamento). Ok, per i madrileni c’era ad attenderli la storia, ma appena la stagione scorsa avevano vinto, mentre la fame della Juventus si protraeva da 21 anni.
Sono convinto che, di questo passo la coppa arriverà presto, forse già l’anno prossimo, ma sarà frutto di episodi per l’evidente mal di finale dei bianconeri. Migliorare in questo può portarli a vincere davvero tanto, e sarebbe ora: i tifosi juventini, oggi, stanno sfoderando un’acredine senza precedenti, segno che cominciano a soffrire di queste sconfitte, e segno forse che, avvolti anche loro dalla bambagia in Italia, non hanno ancora imparato a perdere.