In questi giorni ho recensito per il mio sito ufficiale numerose
opere di Stephen King, tra cui la raccolta di racconti, datata 1993, “Incubi
& Deliri”. Facendolo ho riscoperto, o meglio ho finalmente messo le mani,
sulla miniserie televisiva “Incubi e deliri”, di otto episodi, tratti da
altrettante brevi storie del Re del Brivido.
Faccio mea culpa per non averlo visto in precedenza, in
quanto le storie sono ben narrate sullo schermo, con poche e funzionali
differenze tra racconto e sceneggiatura. Forse la puntata più particolare è la
prima, “Campo di battaglia”, portata avanti grazie alla mimica facciale degli attori e alle
scelte visive, in quanto mancano del tutto i dialoghi, escluse poche urla di
dolore quando la casa del serial killer Jason Renshaw diventa, appunto, un
campo di battaglia molto particolare.
Mi sono rovinato in parte la sorpresa, se così possiamo
dire, leggendo l’omonimo racconto contenuto nell’antologia “A volte ritornano”,
ma quell’episodio, un po’ come tutti gli altri, ha tenuto alta la curiosità dal
primo all’ultimo fotogramma. Quando lessi per la prima volta la storia, mi
parve subito che avrebbe avuto una buona resa sul grande schermo e, grazie alla
geniale inventiva di Stephen King, non mi sono sbagliato.
Meglio così, dato che purtroppo in giro ci sono già
pellicole, tratte da racconti o romanzi dello scrittore del Maine, diciamo non
all’altezza delle aspettative, e creare una serie televisiva per far soldi,
sacrificando la qualità, sarebbe stata una scelta irrispettosa nei confronti
degli amanti di King e dei fruitori in generale, oltre al fatto che così
facendo non avrebbe portato pubblico televisivo e avrebbe anche fatto perdere
lettori a King, almeno quelli pronti a giudicare vedendo un film e non leggendo
il libro da cui viene tratta la storia.