Che piaccia o no, Sylvester Stallone è uno degli attori viventi più rappresentativi al mondo. Pellicole, anzi saghe come Rocky e Rambo parlano da sé, non solo per i tre premi Oscar vinti per il primo Rocky, del 1976, tra l'altro con la sceneggiatura di Sylvester Stallone stesso.
L’attore di origini italiane (i nonni erano baresi) ha però,
a mio avviso, avuto una seconda rinascita dal 2006 in poi, ovvero l’anno in cui
è stato distribuito Rocky Balboa, il sesto e ultimo della saga sul pugile
italo-americano. Da quel film in poi, e parlo da amante del genere, ha voluto
regalare l’effetto nostalgia ai fan non solo dei suoi due personaggi
rappresentativi, ma anche a tutti quelli del genere d’azione. Stallone ha
diretto, tra le altre cose, secondo, terzo, quarto e appunto sesto film della
saga su Rocky Balboa. È poi tornato nelle vesti di regista per John Rambo,
2008. Facile da intuire il suo intento: scrivere da sé la parola fine,
omaggiare i due personaggi per poi passare ad altro. A cosa? Nel 2010 ha
diretto il primo film di una trilogia che non può essere ignorata dagli amanti
di questo genere. Sto parlando de “I Mercenari (The Expendables)”, che omaggia
a sua volta il filone dei film d’azione che ha sempre un seguito vastissimo.
Per farlo ha chiamato un cast d’eccezione, proseguendo su
questa falsariga con il secondo e il terzo film. Tra gli altri, a recitare
nelle tre pellicole troviamo lui stesso, oltre ad Arnold Schwarzenegger, Bruce
Willis, Mickey Rourke, Dolph Lundgren, Jason Statham, Jean-Claude Van Damme,
Mel Gibson, Wesley Snipes, Harrison Ford, Antonio Banderas, il wrestler Stone Cold Steve Austin e Chuck Norris. E la
lista potrebbe continuare.
La dicotomia con Schwarzenegger, che ha radici negli anni
’80, dopo la loro collaborazione nella serie dei mercenari, ha avuto una fine
naturale con “Escape Plan - Fuga dall’inferno”, film del 2013, nel quale i due
volti dei film d’azione hanno lavorato insieme come protagonisti per la prima
volta.
Nomino appena “Il grande match”, sempre 2013, nel quale
Stallone e Robert De Niro interpretano due pugili ormai ritirati che tornano
sul ring un’ultima volta, film che sottolinea una volta di più la grande
portata di quest’attore.
Cosa ancora potrà dare al pubblico, quale altro omaggio
prima di voltare del tutto pagina e girare o recitare in film “nuovi”? Riuscirà
mai a distaccarsi del tutto da ciò che ha dato in passato o proseguirà su
questa strada? Fatemi sapere cosa ne pensate, sono davvero curioso di conoscere
il vostro pensiero.
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