venerdì 30 marzo 2018

Non c’è bisogno di scappare


Innanzitutto preciso, per chi non lo avesse ancora visto, che non troverete spoiler. Potete proseguire tranquilli la lettura.
Qualche settimana fa mi sono goduto il film “Scappa - Get Out”, spinto da una persona che me ne aveva parlato bene. Specifico che ci sono tre persone che, se mi consigliano un film, tengo in grande considerazione perché difficilmente sbagliano un colpo.
Me lo sono goduto, dicevo, perché è semplice e lineare come non mi capitava di vederne da tempo. Ok, amo il cervellotico “Inception” di Christopher Nolan, regista che cerco di seguire nelle sue creazioni, e che vede il premio Oscar Leonardo DiCaprio come protagonista. Ma ogni tanto un film di spessore può essere anche senza note da cogliere al volo, pena il non capire più nulla del resto.
La famiglia Armitage è stata scelta davvero bene, in ogni suo membro, e così il protagonista, il fotografo Chris Washington. Uno dei punti di forza è far pensare a un film sul razzismo in America, mentre in realtà affronta tutt’altro tema. Sì, il regista Jordan Peele ne approfitta per “risvegliare” le coscienze con opportuni messaggi contro la xenofobia, ma a fine visione capisci che è stato un enorme specchietto per le allodole.
Apprezzo particolarmente un altro aspetto: Scappa - Get Out ha vinto l’Oscar 2018 come migliore sceneggiatura originale, ricevendo altre tre candidature, tra cui miglior film. E il regista, nonostante sia attivo dal 2008 in diversi ruoli, è al suo esordio dietro la macchina da presa, quindi avrebbe potuto pagare l’inesperienza. Invece la giuria degli Oscar lo ha premiato, segno che non solo al fruitore medio piace un film “facile”, ma anche agli addetti ai lavori.
Con un po’ di fortuna e bravura da parte di altri sceneggiatori e registi, vedrò molte altre pellicole così, magari pluripremiate. Non mi dispiacerebbe.

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