domenica 30 giugno 2019

It all ended with the big bang


Nei giorni scorsi ho visto le ultime due puntate della dodicesima stagione di “The Big Bang Theory”, “La costante del cambiamento” e “La Sindrome di Stoccolma”. Innanzitutto voglio precisare, in caso non foste ancora riusciti a vedere la fine di un telefilm cominciato nel 2007 e proseguito fino ad ora, che non ci saranno spoiler. Per chi invece ha terminato la visione, capirete di cosa sto parlando senza che io nomini esplicitamente gli eventi.
I colpi pirotecnici, in realtà, almeno per me erano abbastanza telefonati, seppur toccanti nel modo in cui sono stati posti. Avevo dato per scontato un nuovo bimbo in arrivo, ma con quattro protagonisti maschili di cui tre sposati (in realtà i papabili sono tre, dato che Howard ha fatto una vasectomia) non era difficile aspettarselo. Ma la cosa che mi ha più colpito è stato come tutti i pezzi siano stati incastrati alla perfezione dagli sceneggiatori. Sheldon dimostra un’umanità come mai prima, nei confronti della moglie Amy ma anche di tutti gli altri; Leonard e Penny, se paragonati alla prima stagione, sono maturati in modo pazzesco anche se lineare e graduale, in modo da non dare shock ai fruitori della serie TV; Howard e Bernadette, ormai datisi alla vita matrimoniale, sono una coppia felice; Raj è alla perenne ricerca del vero amore, con un divertente colpo di scena nell’ultima puntata; perfino il complessato Stuart, il proprietario della fumetteria, decide di andare a convivere con una ragazza, Denise, superando numerosi blocchi mentali e diventando un uomo.
Un grande assente, a mio modo di vedere, nelle ultime due puntate è stato Zach, l’ex fidanzato di Penny, la cui parabola in “The Big Bang Theory” si conclude poco dopo la metà della dodicesima stagione. Un piccolo ruolo per omaggiare il suo contributo l’avrei ben visto.
E ora, cosa faranno tutti coloro resi “orfani” dalla fine del telefilm? Intanto c’è “Young Sheldon”, per chi non l’avesse ancora visto (come me, ma non so quando lo recupererò), inoltre mai dire mai. Ormai hanno ripreso vecchie serie TV e rifatto di tutto, dieci, quindici, venti anni dopo, quindi non mi stupirei se tra qualche tempo il gruppo di nerd dovesse “resuscitare”. Magari sacrificando parte della qualità, ma pur di rivederli potrei passarci sopra.