mercoledì 25 gennaio 2017

“Arrival”, perché il film è qui?



Nei giorni scorsi ho visto il film “Arrival”, nelle sale cinematografiche da poco più di una settimana. Fin dal primo momento ho pensato che mi ricordava un altro film, che nominerò tra breve, ma ho supposto fosse una mia impressione, seppur condivisa dal piccolo gruppo con il quale ero al cinema.
Ieri sera, spinto dalla curiosità di sapere cos’altro avessero fatto gli attori del film, ho cercato il titolo su google, trovando un articolo interessantissimo di movieplayer in cui si parla proprio dei punti in comune tra i due film, “Arrival” e “Interstellar”.
L’articolo lo trovate qui, e vi lascio alla sua lettura (in cui ci sono spoiler che in questo mio intervento non troverete, lo specifico per chi non ha visto i due film).
Prima, però, volevo dire che ho molto apprezzato entrambi, forse “Interstellar” un pizzico di più, ma per la garanzia data dal regista, quel Christopher Nolan di cui ho visto praticamente tutto da “Memento”, per me suo capolavoro, in poi. “The prestige”, “Inception” (uno dei primi che mi ha fatto rivalutare Leonardo DiCaprio su cui pesava il macigno “Titanic”), anche la trilogia su Batman, personaggio che di norma non seguo nei film, tutto ha palesemente la sua firma.
Dopo “Arrival”, però, dovrò mettere anche Denis Villeneuve tra i registi da seguire assiduamente, oltre al già citato Nolan, M. Night Shyamalan e qualcun altro. A proposito del regista de “Il sesto senso” in cui recita la leggenda vivente Bruce Willis, domani verrà distribuito nelle sale il suo nuovo e promettentissimo lavoro, “Split”, che cercherò di non farmi sfuggire.

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