Tempo fa ho scritto un racconto, poi pubblicato su un’antologia di un’associazione culturale di cui sono socio. Ho riproposto il racconto su questo blog per voi lettori, si tratta de “Il tunnel”, che ha come protagonista un uomo e il suo, diciamo, “incontro” con la bomba atomica lanciata in Giappone alla fine della seconda guerra mondiale. Non vi dico di più, cliccate sul titolo della storia se volete leggerla.
Quelle pagine sono tratte da
episodi realmente accaduti, e dimostrano ancora una volta come la realtà spesso
superi la fantasia. Purtroppo ciò è successo di nuovo appena pochi giorni fa,
con una leggenda del wrestling come Ultimate Warrior. Prendendo spunto dalla
realtà, come ho avuto modo di dire anche durante alcune presentazioni del mio
libro “Dodici”, si possono tessere storie molto valide, come l’industria di
Hollywood ha capito da tempo con i film biografici.
Per Ultimate Warrior, però,
la vicenda reale ha un finale molto più triste. La sua vita basterebbe da sola
per girarci un film o scriverci un best seller, tra WWF, WCW, abuso di steroidi
come da lui stesso confessato e “ritorno alla vita” una volta ripulitosi. Ma gli
ultimi giorni di vita di James Hellwig sono quelli più peculiari. In breve, una
volta lasciata polemicamente la WWF nel 1996 (seguì una causa che vinse), approdò in WCW nel 1998, probabilmente solo per
soddisfare l’ego di Hulk Hogan che voleva batterlo sul ring dopo aver perso
contro di lui a Wrestlemania VI nel 1990 (unica sconfitta pulita di Hogan nella
WWF), per poi lasciare il wrestling. Nel 2014, dopo quasi 20 anni, decide di
tornare in WWE (nuovo nome dell’allora WWF) per essere introdotto nella Hall Of
Fame.
In un crescendo velocissimo
di emozioni, il 5 aprile si svolge la cerimonia della Hall Of Fame, con lui
come star principale. Il 6 va in onda Wrestlemania XXX, nel quale appare sullo
stage, mentre il giorno dopo ancora, 7 aprile, compare a Raw per un promo dal
sapore profetico, nel quale, tra le altre cose, dice: “Il cuore di un uomo un
giorno smetterà di battere, i suoi polmoni esaleranno l'ultimo respiro. E se
ciò che quell'uomo ha fatto in vita farà pulsare il sangue nelle vene di altri
uomini, la sua essenza diventerà immortale. Lo spirito di Ultimate Warrior
vivrà in eterno.”
Infine, l’8 aprile, muore a
54 anni. Chi ha parlato con lui gli ultimi giorni, ha descritto un Ultimate
Warrior molto affaticato ma anche sereno, che ha cercato di seppellire l’ascia
di guerra con tutti coloro con cui aveva litigato, da Vince McMahon ad Hulk
Hogan, passando da Jake The Snake Roberts e altri. Forse sentiva avvicinarsi la
sua fine, ma come un wrestler ha affermato su Twitter, “gli ultimi giorni era
sempre sorridente, se ne è andato in pace con se stesso”. Di sicuro una morte
prematura e figlia degli eccessi del passato, ma trovare la serenità non è un
traguardo da poco, ed è stata forse la sua più grande vittoria.
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