venerdì 20 settembre 2019
Glow, il wrestling femminile spopola (in una serie TV, su Netflix)
Ho terminato da qualche settimana la visione della terza stagione di Glow, la serie TV Netflix che, sembra, al momento attuale non è stata ancora rinnovata per una quarta stagione. Come ho accennato più volte, preferisco evitare i telefilm in genere perché da un film entri ed esci in due, tre ore, mentre una serie TV (facciamo un esempio) di otto stagioni, ognuna con 10 puntate da un’ora, occupano 80 ore libere. Che, tendenzialmente, non ho.
Ma per Glow, come con altre (The OA, The Big Bang Theory, X-Files, The Man in the High Castle e qualcos’altro) ho fatto una rara eccezione, perché mi hanno incuriosito. Nella fattispecie, ho visto Glow da amante del wrestling di lungo corso. Alcuni degli eventi narrati sono fedeli alla realtà della nascita del wrestling femminile (la Gorgeous Ladies of Wrestling è esistita alla fine degli anni ’80), e di quello maschile anche, quando ci si stava organizzando e regnava il caos. Basti pensare, facendo un caso relativamente recente, alla ECW e al caso Mass Transit del 1996, un ragazzo preso letteralmente dal pubblico per svolgere un match, e in cui rischiò di morire dissanguato.
La storia delle ragazze, da ciò che si vede sul ring alle dinamiche dietro le quinte, appassionano e tutti i personaggi lasciano qualcosa allo spettatore. C’è però un punto che non mi convince: proseguire a oltranza la serie perché è vista da un buon numero di persone. Sembra (non mi ci sono mai avvicinato perché non finisce mai) che Game of Thrones abbia scontentato parte del pubblico con alcune scelte delle ultime stagioni, e secondo me si rischia di fare lo stesso con Glow. Inoltre, un match di wrestling si conclude al conteggio di tre, come fatto notare dal video pubblicitario che ha accompagnato il lancio della terza stagione. Quindi, “poeticamente”, il conteggio di tre è finito, e con esso si dovrebbe dare un punto alla storia televisiva. Invece, proprio da poche ore è stata rinnovata per una quarta e, sembra, ultima stagione. Certo, il finale aperto e gli ascolti hanno portato a questa scelta, ma andando molto oltre ci si addentrerebbe su un terreno minato. Meglio lasciar vivere la propria vita immaginaria a queste ragazze, da Ruth alle altre.
Almeno questo è il mio pensiero, beninteso, anzi se volete dirmi la vostra fatelo nei commenti, per messaggi privati o dal vivo, scegliete voi.
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