mercoledì 29 aprile 2015

Boscimani, una tribù "primitiva"


In questi giorni sto leggendo un libro molto interessante, “Storia dello zucchero” dell’antropologo Sidney Wilfred Mintz. Nelle prime pagine, l’ormai 92enne originario del New Jersey riporta un esempio di come nella primitiva tribù dei Boscimani !Kung si divide il cibo, a sua volta citando Lorna Marshall. Una delle prime tribù a stanziarsi in Africa, e ancora presente in Namibia, divide equamente e mangia una preda appena essa viene catturata. In questo modo, “Se vi è fame, è vicendevolmente condivisa. Non ci sono coloro che hanno e coloro che non hanno. Una persona non è mai sola, l’idea di mangiare in solitudine e non condividere è sconvolgente.” Viene anche spiegato che la prima freccia a colpire la preda viene premiata, ovvero un pezzo di carne più grande va al cacciatore che ha scoccato la freccia in grado di ferire l'animale, un pezzo va anche alla moglie e ai parenti prossimi, per poi arrivare a tutti gli altri membri della tribù seguendo l’organizzazione interna del gruppo.
Mi sono chiesto come si può giudicare una simile caratteristica, presente in un popolo “primitivo”, e che il mondo occidentale ha ormai perso. L’equità della distribuzione del cibo, applicata in posti in cui la forbice tra ricchi e poveri è ampia, potrebbe livellare tutto e salvare dai morsi della fame, e da molto peggio, coloro che non riescono a mangiare. Ovvio che elementi come gli sforzi fatti per raggiungere un alto grado sociale fanno, anzi devono fare la loro parte, ma non per questo una fetta più o meno grande di persone deve trovarsi senza nulla.
Quindi, viene infine da chiedermi, dove e come si è perso tutto ciò? Dove e quando i bisogni di uno hanno prevalso sui bisogni della comunità? La decodificazione degli atteggiamenti delle tribù primitive potrebbe essere la chiave per una rinascita della razza umana, che altrimenti sembra avviarsi a periodi ancor meno floridi?