venerdì 29 marzo 2019

Friendly Floatees, le paperelle viaggiatrici


Ogni tanto mi piace andare a ripescare vecchie e curiose notizie per vedere se ci sono state novità nel corso dei mesi o degli anni. Non è questo il caso, ma rileggendo i particolari mi è venuto da scriverne per il blog, condividendo con voi questa storia.
Nei primi anni ‘90 erano in commercio i Friendly Floatees, degli animali di plastica galleggiante per rendere più piacevole il bagnetto dei bambini. Venivano chiusi in pacchetti da 4 animali: un castoro rosso, una ranocchia verde, una tartaruga azzurra e una paperella gialla. Solo su quest’ultima era impresso il logo di The First Years, la ditta che le produceva. Ebbene, nel 1992, una nave partita dalla Cina, dove questi giochini venivano prodotti per conto dell’azienda The First Years con sede nel Massachusetts, era diretta in America con diversi container. Per le condizioni meteorologiche avverse, il container con gli animaletti cadde in mare e si ruppe. 7.200 confezioni, per 28.800 giochi galleggianti totali (4 per confezione), cominciarono ad affiorare e farsi trasportare dalle correnti.
Tutto sarebbe finito lì, o al massimo avrebbe fatto aumentare la plastica presente nel Pacifico, ma due studiosi, Curtis Ebbesmeyer e James Ingraham, cominciarono a interessarsi all’argomento: dato che gli animaletti si lasciavano trasportare dalle correnti marine, segnalandone gli avvistamenti avrebbero potuto avere un’idea chiarissima di quali fossero le correnti di tutte le zone in cui venivano trovati. Le paperelle gialle, grazie anche al logo che le rendeva riconoscibili, superarono gli altri tre giochi in fama e vennero studiate nel corso degli anni. Dall’oceano Pacifico in cui erano cadute in acqua, toccarono le coste di Giappone, Alaska, Cile e incredibilmente, dopo un viaggio di 15 anni e 27.000 chilometri, la Gran Bretagna.
Ovviamente la notizia venne accolta con curiosità dalla popolazione, per cui gli animaletti viaggiatori divennero oggetto di collezione, arrivando a essere battuti all’asta, per pezzo singolo, fino a mille dollari (740 euro). Ma Ebbesmeyer e Ingraham erano i più interessati: la rotta seguita dalle paperelle fu disegnata per la prima volta, dando un fondamentale contributo al settore.
Seppure io non abbia trovato novità, la plastica può durare 100 anni prima di essere biodegradata, e quindi c’è ancora tempo per nuove segnalazioni e nuove correnti marine da scoprire. Il fascino della notizia ha ispirato film, pubblicità di automobili, un libro per bambini, una storia di Topolino e molto altro. E ricordate: se vedete una paperella gigante, 32 metri per 25, mentre siete in barca, non siete finiti in un’opera di fantascienza, ma è la “Mamma Papera” più grossa mai creata da un artista, nel caso specifico il belga Florentijn Hofman.