lunedì 28 agosto 2017

Floyd Mayweather vs. Conor McGregor, the biggest fight in combat sports history


Il match di pugilato tenutosi a Las Vegas, definito appunto “La più grande battaglia nella storia degli sport da combattimento”, lascia molto dietro di sé, e una domanda su tutte: è stato un incontro di boxe?
Innanzitutto, qualche parola sui due carismatici rivali: da una parte il vincitore Floyd Mayweather, 40 anni, che si è ritirato subito dopo e che resta imbattuto in carriera, 50 vittorie su altrettanti incontri, superando il record di Rocky Marciano di 49 vittorie. Record raggiunto con una certa furbizia, e dopo essersi ritirato nel 2007, esser tornato nel 2009 ed essersi ritirato nuovamente nel 2015, quand’era a quota 49 vittorie, dopo quella particolarmente sofferta contro Manny Pacquiao, la 48, tanto da negare la rivincita a Pacquiao. In carriera, comunque, parliamo di un atleta che dal 1998 al 2015 ha spesso tenuto un titolo mondiale alla vita, in differenti categorie di peso, e che 50 vittorie, furbizia o meno, le ha ottenute.
Dall’altra Conor McGregor, 29enne irlandese in forza alla UFC, dove detiene il titolo dei pesi leggeri da novembre dell’anno scorso, un personaggio che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco nel pugilato dopo che nelle MMA, esclusa una sconfitta con Nate Diaz datata marzo 2016 (vendicata con una vittoria ad agosto dello stesso anno), non perde dal 2010. Su lui aleggiano però le accuse dei colleghi in UFC: dopo aver vinto il titolo dei pesi leggeri non lo ha mai difeso, per la preparazione di Mayweather vs. McGregor ma non solo, tanto che agli stessi colleghi sembra che lo tenga in ostaggio e chiedono che venga privato della cintura.
Due atleti di indubbio spessore, ma veniamo appunto al match tanto pubblicizzato e che vedeva tra il pubblico un pezzo di storia della disciplina, Mike Tyson. Secondo molti esperti (come Alessio Sakara, con un passato nel pugilato e ora atleta MMA, che ho avuto la fortuna di intervistare qualche tempo fa), se Mayweather avesse voluto chiudere in due minuti l’avrebbe fatto, come a ruoli invertiti avrebbe potuto fare McGregor nell’ottagono contro il pugile di colore. Sono d’accordissimo, anche alla luce della partecipazione di Floyd Mayweather in WWE nel 2008, quando ebbe un incontro a Wrestlemania 24 contro Big Show. Durante il loro feud, infatti, una volta capitò che il pugile doveva dare un pugno “protetto” a Big Show, che ovviamente sapeva di doverlo ricevere e quindi fece tutto, tra allenamenti ed esperienza, per evitare danni. Risultato? Naso rotto per Big Show. Dopo ciò, fu Mayweather a dover dosare ancor più la forza a Wrestlemania, contro un gigante che agli esordi aveva battuto Hulk Hogan e che ha una carriera ed esperienza lunghissima alle spalle.
Il vero motivo per cui si è tenuto Mayweather vs. McGregor, però, credo sia un altro, racchiuso nel soprannome del pugile recordman: Money. Basti pensare che nel 2014, suo anno migliore, ha guadagnato circa 300 milioni di dollari, che secondo voci diffuse è la stessa borsa del singolo incontro con il fighter irlandese, che il vincitore ha portato a casa. Ovviamente, McGregor nemmeno ha combattuto per la gloria, vincendo dal suo punto di vista, e a mio avviso hanno vinto anche gli amanti del pugilato. Magari non sabato notte, quando si è tenuta quella che i più suscettibili hanno definito farsa, ma la vittoria si vedrà col passare del tempo, quando alcuni dei curiosi della battaglia del secolo resteranno per vedere le prodezze di altri pugili.

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