domenica 24 giugno 2018

Il bruco della morte


Dato che lo scorso post, su alcune tra le forme di vita più particolari al mondo, è stato da voi ben apprezzato, e dato che sto continuando le mie ricerche in vista di una nuova storia da scrivere, oggi voglio parlarvi del Lonomia obliqua, il bruco killer.
Quando si parla di bruchi pericolosi viene subito in mente la Processionaria, molto pericolosa per i cani e altri animali, e che risulta dolorosa anche per la razza umana. Ma in Brasile e in Argentina, se si è molto sfortunati, si può incontrare questo bruco, di colore verde o marroncino (per mimetizzarsi con gli alberi), conosciuto come bruco assassino, dato che la sua puntura provoca di fatto la morte per coagulazione intravascolare disseminata, in pratica il veleno del Lonomia obliqua provoca trombi che portano alla morte l’organismo colpito.
Prima che venisse scoperto, non si pensava che nessun bruco avesse abbastanza veleno da risultare mortale per l’uomo. Il lato positivo, tuttavia, è che servono più di 20 punture per dare la quantità letale di tossina. C’è un lato negativo, ovviamente: questi bruchi hanno numerosi aculei, quindi basta il contatto con un esemplare per avere più di una puntura. Inoltre si muovono in gruppo e si mimetizzano tra gli alberi, sui tronchi.
Immaginatevi la scena: viaggio in Brasile, per far colpo sugli amici o sulla ragazza ci si mette un rametto in bocca stile cowboy e ci si siede all’ombra di un albero, appoggiando la schiena al tronco. Peccato non aver visto i bruchi mimetizzati, e d’improvviso ci si ritrova con meno di 24 ore da vivere. In Brasile è stato addirittura messo a punto un antidoto specifico per evitare la morte, ma bisogna correre all’ospedale attrezzato più vicino. Sempre che il turista dell’esempio fatto ora sappia dov’è e sia nei paraggi.
Un’ultima curiosità riguarda la falena, del tutto innocua, che si sviluppa da questo bruco, non attraverso un bozzolo come di solito avviene ma sotto dei nascondigli di terra. Vive solo una settimana, perché non ha la bocca per mangiare, e quindi muore di stenti. La Natura, a volte, ha un forte senso dell’ironia.

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