sabato 26 maggio 2018

Misteri della natura: zombie, ninja e cappi mortali


Negli ultimi tempi sto raccogliendo idee per una storia che voglio scrivere, per questo sto leggendo di esseri viventi peculiari e particolarità della natura. In realtà non sono nuovo a questo genere, avendo già realizzato un lungo racconto sui funghi predatori, pubblicato su un’antologia di autori vari, ancora reperibile e apprezzata nonostante sia passato qualche anno dalla sua pubblicazione.
Trovandomi a parlare con amici degli esseri viventi che sembrano sfuggire alle normali classificazioni, ho notato che molti sono rimasti sorpresi, non conoscendoli affatto. Per questo ho deciso di raccogliere i tre che hanno solleticato maggiormente la mia curiosità.
Partiamo dalla formica zombie, che è la mia idea di partenza della storia cui facevo cenno prima. Nella foresta pluviale del Brasile sono stati scoperti quattro nuovi funghi che, di fatto, trasformano le formiche in zombie. Il principale, l’Ophiocordyceps camponoti-balzani, prende il possesso del cervello della formica attraverso le spore, e fa camminare il corpo ormai morto verso un luogo che, per umidità, è di gradimento del fungo. Qui fa mordere alla formica un ramo per ancorarla, poi ne lascia il controllo, “uccidendola” (già era morta da tempo). Alfine rilascia le spore che, con un po’ di fortuna, infetteranno altre formiche ripetendo il ciclo di vita. Vi segnalo questo link in cui sono meglio spiegati i vari passaggi, e ci sono anche dieci foto affascinanti che vi consiglio di vedere.
Un’altra scoperta relativamente recente è quella della lumaca felina o lumaca ninja, l’Ibycus Rachelae, trovata nelle foreste pluviali del Borneo. Il nome, “ninja”, richiama l’esperto guerriero che lancia le “stelline” di metallo con le punte acuminate. Come i ninja, questa lumaca riesce a sputare anche a lunga distanza (calcolando che la lumaca è circa 4 cm) “stelline” di carbonato di calcio. Pensavo fosse per difesa personale, una intrigante forma di adattamento che Charles Darwin avrebbe apprezzato, invece la realtà è più frivola, seppur ugualmente fondamentale per la specie. Le stelline di carbonato di calcio vengono lanciate per centrare le femmine, che grazie agli ormoni contenuti nel composto tendono ad avvicinarsi al maschio che le ha colpite. Interessante, a mio avviso, che sia le lumache che i funghi di cui ho già parlato si trovino nelle foreste pluviali. Come detto dagli stessi studiosi, hanno scoperto solo la punta dell’iceberg delle particolarità in natura che un clima come quello ha favorito.
Infine, il Monacrosporium ellipsosporum, conosciuto anche come fungo predatore o carnivoro, già utilizzato in un mio racconto che è stato molto apprezzato. Trovo che i funghi siano tra le più misteriose forme di vita. Il fungo predatore, ad esempio, non si sviluppa con la classica forma che tutti conosciamo, ma si allarga su un prato con dei filamenti. Le ife, la parte inferiore del cappello dei funghi classici, formano dei cappi che restano in attesa di vermi. Quando un nematode ci passa attraverso, i cappi si stringono e le ife penetrano all’interno del corpo della vittima, infettandola, tanto che anche se fuggisse, morirebbe nell’arco di un giorno. Se invece, come accade quasi sempre, il cappio blocca il verme, il fungo predatore ne occupa il corpo ormai morto e allarga la sua “tela” occupando il posto del nematode ormai assimilato. La struttura fungina, verme dopo verme, può occupare anche una porzione di terra molto ampia, ma niente paura, non aumenterà in potenza catturando gatti o cani, ad esempio.
Cos’altro verrà scoperto, tra organismi presenti sulla Terra da millenni e altri nuovi, figli delle ultime mutazioni genetiche?

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