martedì 28 maggio 2019

La magia della polacca aversana


Numerose zone italiane hanno le loro tradizioni culinarie, e la Campania, regione in cui storicamente si mangia più che bene, non fa eccezione. Pizza, mozzarella di bufala, sfogliatella, babà, panuozzo, sono solo alcuni fulgidi esempi di come la cura del cibo è certosina. Ad Aversa in particolare è presente un dolce, solitamente mangiato per colazione, che si sta facendo spazio in tutta Italia: la polacca. Viene preparata con pasta morbida all’interno della quale si trova, nella versione classica, crema pasticcera e amarene sciroppate.
Specifico che si tratta della versione classica, la cui paternità è attribuita alla pasticceria Mungiguerra di Aversa, poco meno di un secolo fa, perché negli ultimi giorni ho avuto modo di fare un excursus su questo dolce così caratteristico ed endemico, che secondo l’apprezzamento della clientela si gusta al meglio al bar Pelosi, sempre ad Aversa. A una versione spuria con crema e cioccolato è stata aggiunta la cioccopolacca, con crema di cioccolato, anche se la novità assoluta è la polababà, che unisce la polacca aversana con il babà napoletano. In pratica, stessa preparazione ma uno strato di babà all’interno oltre alla crema.
L’ho trovata in un paio di bar di un paese limitrofo, e mi sono documentato sulla sua origine: appena il 6 marzo di questo anno è stata inaugurata ufficialmente dal bar Empire di Aversa, che ne ha anche registrato il marchio. In poco più di due mesi, sta macinando chilometri per raggiungere in notorietà la versione classica e quella al cioccolato. Non male per un dolce che, nonostante tutto, non si discosta mai dalla sua tradizione quasi secolare.
Ho ovviamente gustato in pochi giorni tutte e tre le varianti, e trovo ottima anche la polababà. Direi che non ci sono altri modi per rivoluzionare la polacca, ma con l’inventiva della gente del Sud, mai dire mai.

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